tenuta

Donna Coletta fa parte delle numerose masserie presenti nel vasto agro di Noci.

Posta sulla sommità di una collina, Donna Coletta, è al centro di una tenuta agricola estesa circa venti ettari destinati principalmente al pascolo.

Si compone di due corpi di fabbrica.

Il più antico caratterizzato dalla copertura "a pignon" e realizzato presumibilmente nel XVII secolo;

Risale, invece, al XVIII secolo l'edificio adicente di forma cubica, un tempo destinato a residenza patronale.

Le stanze della masseria sono state ristrutturate di recente e dotate di confort moderni.

Si apprende dal sito istituzionale del Comune di Noci che:

Le masserie disseminate nei 15000 ettari dell'agro nocese sono delle "autentiche emergenze architettoniche e testimoniano il processo di antropizzazione del territorio nocese verificatosi nel corso dei secoli. Interessanti le fasi di trasformazione subite nel tempo da queste strutture agrarie, anche per ciò che concerne la gestione stessa dell'intero complesso rurale.

I primi abitacoli a trulli e a casedde si trasformarono nel corso degli anni in pagliai e stalle per la necessità di maggiori comodità sì da rendere più autonoma la vita di campagna rispetto al centro abitato distante, a volte, ore e ore di cammino. Nacquero così, già nel Settecento, i primi complessi masserizi, dotati anche di una dimora per i 'ualani e i lavoratori dipendenti e di cappella per la celebrazione della messa domenicale. Caratteristiche strutturali delle masserie sono gli jazzi, le corti, le cortaglie (recinti in pietra a secco per la custodia degli animali), i parieti (muretti di pietra a secco), le fogge per la raccolta dell'acqua e i tratturi per la viabilità interpoderale. All'indomani dell'Unità d'Italia, molte masserie, da semplici strutture di servizio, riattate e ampliate con radicali ristrutturazioni edilizie e abbellite con particolari cure architettoniche, si trasformarono in prestigiose dimore estive per i proprietari che abitavano nel centro cittadino. Questo è il periodo di maggiore sviluppo della masseria nocese coincidente, purtroppo, con l'avvio della trasformazione ambientale del territorio.

Gli estesi terreni boschivi caratteristici del territorio nocese (da ricordare il bosco Bonelli, considerato, fino all'Unità d'Italia, il bosco più grande della provincia di Bari), cedono il posto alle colture seminative, anche a sostegno di spazi destinati all'allevamento bovino.

Le restanti aree boschive, tuttavia, sia pure meno estese rispetto al passato, continuano a rendere ancora verdi le nostre colline e a regalare salutare ossigeno".